Rifiuti abbandonati in mare, microplastiche che inquinano le spiagge: l’opinione pubblica è sempre più attenta a questi temi. I rifiuti presenti nei mari rappresentano una minaccia per il pianeta, in quanto determinano un pericolo crescente per la biodiversità degli ecosistemi marini, nonché un rischio per l’ambiente, la salute e l’economia.
Considerato l’aumento delle iniziative anche in regione e la presa di coscienza delle problematiche connesse all’abbandono dei rifiuti che deturpano l’ambiente marino, la Regione ha sottoscritto un protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto pilota “aMare fvg”, con lo scopo di favorire la corretta gestione dei rifiuti che vengono raccolti accidentalmente in mare durante le attività di pesca e occasionalmente da diportisti e associazioni di volontariato nell’ambito di specifiche iniziative di pulizia degli specchi d’acqua e dei fondali.
L’area di interesse del progetto pilota è il golfo di Trieste. Attraverso il monitoraggio della quantità e della tipologia dei rifiuti, si punta alla definizione di efficaci modalità di gestione dei rifiuti abbandonati in mare, che garantiscano la tutela di coloro che si adoperano in tali virtuose attività, nel rispetto dell’ambiente e delle normative di settore. L’iniziativa prevede l’installazione di cassonetti presso apposite aree attrezzate, dove pescatori, diportisti e sommozzatori potranno conferire i rifiuti rinvenuti nel corso delle loro attività.
In Friuli Venezia Giulia il fenomeno del marine litter, ovvero dei rifiuti presenti nei mari, risulta essere in aumento. Si stima quindi che il marine litter, lungo tutto il nostro litorale, sia pari a 6,5 tonnellate, equivalenti a circa 3 camion all’anno. La Regione, attraverso ARPA FVG effettua due campionamenti annuali, in marzo e in novembre, su dieci spiagge del litorale regionale.
Stime mondiali indicano che ogni minuto viene immesso in mare un camion di rifiuti. Studi recenti quantificano la microplastica nel Mar Mediterraneo in circa 500 tonnellate. Molte specie marine, come cetacei, uccelli, tartarughe, pesci e invertebrati finiscono per ingerire i rifiuti marini, soprattutto la plastica, in quanto li confondono con le prede naturali. Benché una parte dei rifiuti marini si trovi spiaggiata sui litorali, ci sono ingenti quantità di rifiuti sia depositati sui fondali marini che fluttuanti in superficie. I rifiuti galleggianti vengono spesso raccolti accidentalmente dai pescatori nel corso delle attività di pesca. Trattandosi di rifiuti, la loro gestione non può competere ai pescatori che non sono autorizzati per tale attività. Pertanto i rifiuti pescati attualmente vengono rigettati in mare.
Il progetto vede il coinvolgimento di:
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale,
- Capitaneria di Porto di Trieste,
- ARPA FVG,
- Comune di Trieste,
- AcegasApsAmga SpA,
- HestAmbiente Srl,
- associazioni ambientaliste riconosciute,
- associazioni di immersione,
- società di pesca,
- società nautiche e marine.